Quando arriva l’inverno e con sé porta un freddo pungente, ecco che molti fanno i conti con un problema noto e – se vogliamo – piuttosto fastidioso: i termosifoni che, pur girando a manetta, restano appena tiepidi. Nel frattempo, la bolletta del gas sale, sembra senza una ragione vera. Capita spesso soprattutto in case con impianti di riscaldamento un po’ datati, ma non serve sempre rivoluzionare tutto o spendere cifre folli. Spesso la chiave sta in un dettaglio tecnico, facilmente trascurato: la valvola di sfiato, che – se funziona come deve – assicura la giusta circolazione dell’acqua calda e riduce gli sprechi di energia.
C’è chi, vivendo in città più fredde o zone del Nord Italia, ha notato bene come l’aria incastrata nei radiatori possa mandare all’aria il flusso di calore. Il risultato? Zone più fredde in certi punti del termosifone e una dispersione inutile di energia. Un intervento semplice, che non cambia la vita (né svuota il portafoglio), può restituire efficienza e migliorare il clima in casa. E, visto che si tratta di una miglioria che impatta positivamente anche sull’ambiente, vale sicuramente la pena sapere come muoversi quando si presenta il problema, problema che ogni anno coinvolge tante abitazioni in Italia.
Il ruolo della valvola di sfiato per migliorare il funzionamento dei termosifoni
In ogni termosifone c’è quella piccola protagonista: la valvola di sfiato. La si trova di solito nella parte alta, opposta al punto dove arrivano i tubi. Sta a lei il compito di far uscire l’aria che, accumulandosi, fa saltare la circolazione regolare dell’acqua calda. Se l’aria resta lì, si formano – com’è facile vedere – delle zone fredde soprattutto nella parte superiore del radiatore, mentre la parte sotto si scalda troppo. Squilibrio termico che pesa sul sistema, costringendo la caldaia a fare gli straordinari per tenere la temperatura giusta.

Un dato comune in molte case italiane: la parte alta del termosifone rimane gelida, mentre la base va a mille. Consumare più energia per sentirsi meno a proprio agio, una seccatura soprattutto nelle giornate più rigide, no? Agire sulla valvola di sfiato significa – senza complicazioni – eliminare quell’aria fastidiosa e riportare acqua calda ovunque serva. La cosa pratica: si prende una chiave apposita o, se va bene, un cacciavite, si spegne la caldaia e si svita piano piano la valvola. Si sente un sibilo, poi esce un po’ d’acqua. Ecco il segnale che l’aria sta uscendo. Inutile dire che la procedura parte dai termosifoni più lontani dalla caldaia – così si facilita la fuoriuscita completa dell’aria da tutto il circuito.
Dimenticarsi di questa semplice manutenzione? Un peccato – perché serve a garantire un calore uniforme e può recuperare fino al 20% dell’efficienza, con un bel risparmio in bolletta.
Perché controllare la pressione della caldaia è essenziale dopo lo sfiato
Dopo aver sfiatato, non si può mica chiudere lì. Controllare la pressione della caldaia diventa una tappa obbligata. L’aria che hai cacciato fuori porta infatti a un calo di pressione nel sistema di riscaldamento. Se scende troppo, il rischio è che l’impianto reagisca male. La pressione giusta – a impianto freddo – balla tra 1,2 e 1,5 bar. Quando scende sotto, si deve aprire lentamente il rubinetto di carico per reintegrare acqua. Senza però esagerare: sopra i 2 bar si rischiano perdite o problemi con le valvole di sicurezza. Chi usa il riscaldamento regolare lo sa bene: una controllata veloce ogni tanto – diciamo una volta al mese – fa la differenza in termini di efficienza e costi.
E poi, per migliorare un po’ il comfort di casa, un trucchetto facile: installare dei pannelli riflettenti dietro ai termosifoni. Quelli in alluminio o materiali simili riflettono il calore verso l’interno, invece di lasciarlo scappare nelle pareti esterne. Non è una rivoluzione ma, soprattutto in case con mura poco isolate, aiuta a mantenere l’ambiente più caldo e fa risparmiare gas. Per chi abita in posti come Milano o Torino, dove gli inverni non perdonano, è un piccolo investimento che può pesare meno del previsto.