Cinque tecniche essenziali per mantenere sani e rigogliosi i crisantemi in ogni stagione

Quando le giornate si accorciano e le tonalità dell’autunno sfumano nei colori spenti, c’è un fiore che continua a farsi notare con una vivacità tutta sua: il crisantemo. Spesso visto solo nelle commemorazioni, racconta in realtà storie molto più ricche, diffuse ovunque nel mondo grazie a un’infinità di specie e cultivar. Adattarsi senza problemi a una varietà di ambienti è la sua dote migliore: ecco perché è tra i protagonisti delle fioriture autunnali, mentre molte altre piante già si preparano a riposare per l’inverno. Dopo la rosa, il crisantemo detiene il primato per numero di varietà coltivate nel mondo, un dato che dice molto sul suo ruolo nell’arte del giardinaggio.

Cosa cambia nei Paesi asiatici come il Giappone? Il significato culturale del crisantemo lì si sdoppia, diventando segno di festa e fin un simbolo nazionale. Il nome arriva dal greco e sta per “fiore d’oro”, richiamando il riflesso brillante delle sue corolle. Sono più di 200 le specie diverse, con forme, colori e dimensioni che vanno dalle più rustiche a quelle adatte per gli appartamenti. In Italia troviamo specie spontanee come la margherita dei prati o l’erba amara, ma i crisantemi più visti sono ibridi nati dall’incrocio di due specie principali. Da lì derivano cultivar con una varietà sorprendente di forme e tonalità. Una ricchezza di diversità spesso ignorata, eppure il fiore trova spazio un po’ ovunque: dal giardino alle decorazioni interne, fino alla produzione di fiori recisi.

La coltivazione e le esigenze di terreno del crisantemo

Non servono condizioni troppo rigide per coltivare il crisantemo. Però, qualche accortezza al terreno è il minimo indispensabile per vederlo crescere e fiorire al meglio. Predilige suoli ben drenati, con un equilibrio accettabile tra fertilità e struttura. Può adattarsi anche a terreni argillosi o calcarei, con un pH che viaggia da leggermente acido a più alcalino; ma se sfugge troppo a questa forbice, si rallenta la crescita. Se il terreno è troppo compatto o povero, la pianta si affloscia, perde vigore.

Cinque tecniche essenziali per mantenere sani e rigogliosi i crisantemi in ogni stagione
Cinque tecniche essenziali per mantenere sani e rigogliosi i crisantemi in ogni stagione – regalmarca.it

Un dettaglio non da poco riguarda la concimazione. Per avere crisantemi con steli robusti, foglie folte e fiori abbondanti serve un apporto regolare di sostanze nutritive. Ma bisogna calibrare bene il dosaggio, così da evitare accumuli che purtroppo fanno male. Il terreno ideale è uniformemente umido: l’irrigazione, in sostanza, deve trovare quel giusto mezzo, evitando sia il ristagno sia la siccità. Nei mesi caldi – primavera ed estate – l’irrigazione a pioggia è utile, ma poi conviene irrigare alla base per mettere al minimo il rischio di malattie fungine. In città, soprattutto per chi si dedica alle piante da balcone o ai giardini urbani, questi dettagli diventano decisivi.

C’è chi semina il crisantemo direttamente in piena terra in primavera, altri preferiscono partire dalla cassetta per poi trapiantare. Una pratica preziosa è la cimatura. Consiste nel tagliare l’apice dei germogli più volte tra maggio e giugno. Così si stimola la nascita di più gemme fiorali, si ottiene una pianta compatta e più fiorita. Nel verde urbano capita spesso di vedere crisantemi in vaso o aiuole che riflettono proprio queste attenzioni. Per le varietà con steli lunghi, soprattutto se il vento si fa sentire (dalle parti di Milano, o in città simili), conviene aggiungere un sostegno – canne di bambù ad esempio – per evitare rotture e deformazioni.

Malattie, trapianto e riproduzione: come mantenere sani i crisantemi

Resistente sì, ma non immune. Il crisantemo deve fare i conti con funghi e insetti, in certi casi una vera seccatura. Tra i nemici più frequenti c’è la liriomiza, una piccola larva che scava gallerie sinuose nelle foglie, facendo soffrire la pianta. Scoprire in tempo i segni di infestazione serve per intervenire con insetticidi veloci e puliti – cosa importante quando si coltiva in casa o in giardino urbano. Poi ci sono le malattie fungine come la septoriosi, che causa macchie scure e un deterioramento dei tessuti, aggravato dall’umidità persistente. Anche qui, si ricorre a trattamenti specifici con fungicidi per limitare i danni.

Quando si parla di trapianto, vale la regola di spostare la pianta cercando di non danneggiare le radici, quindi con il pane di terra intatto. In primavera, tra fine maggio e inizio giugno, si può cimare lo stelo principale sopra la prima coppia di foglie ben formate; un passaggio importante per avere fioriture lussureggianti e ben bilanciate. Durante tutta la stagione vegetativa si alternano trattamenti con insetticidi e fungicidi, soprattutto verso l’inverno, quando il freddo e l’umidità favoriscono i problemi. L’ultimo trattamento, poco prima del riposo stagionale, aiuta a mantenere in salute la pianta nei mesi freddi.

Moltiplicare i crisantemi? La via più pratica è la riproduzione per talea. Si preleva un ramo lungo 8-10 cm, evitando il centro della pianta, si eliminano le foglie più basse e si lascia solo qualche foglia in cima. Immergere la talea in polvere radicante accelera la formazione di radici robuste. Il contenitore va riempito con una miscela di terriccio, sabbia e torba, mantenuta a circa 15-16 °C. Il substrato deve restare sempre umido, ma non zuppo. Dopo due o tre settimane spuntano le prime radici. A questo punto, serve lasciare le piantine in un luogo fresco e ombreggiato fino a quando saranno ben sviluppate.

In fondo, con questi piccoli accorgimenti, il crisantemo continua a colorare i giardini italiani anche quando la maggior parte delle piante si ritira. La sua capacità di resistere e adattarsi – anzi, la sua resilienza – giustifica bene l’attenzione che gli appassionati gli riservano. Un fiore che non è solo “del ricordo”, ma un vero protagonista del paesaggio autunnale.