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Quando l’inverno bussa alla porta, una soluzione semplice che molti italiani adottano in casa è la borsa dell’acqua calda. Uno di quegli oggetti – direi ormai irrinunciabili – capaci di riscaldare il corpo e mitigare dolori articolari o muscolari. Però, per usarla davvero bene, serve un po’ di accortezza: rischi per la pelle, calo di efficienza e anche un impatto sull’ambiente sono dietro l’angolo. Nelle case nostrane, spesso si fa qualche errore banale che causa spreco di energia o problemi di sicurezza, e in inverno – lo sappiamo – ogni dettaglio fa la differenza. Come si fa quindi a sfruttare al meglio questo piccolo alleato e mantenere al tempo stesso il comfort e la sicurezza?
Come evitare il rischio di ustioni e preservare l’efficacia del calore
Chi non ha mai sentito un consiglio sbagliato sull'acqua da mettere dentro? Il fatto è questo: riempire la borsa con acqua bollente, o quasi, non è affatto un’idea brillante. Un calore troppo intenso a contatto con la pelle può provocare irritazioni o macchie fastidiose, ma se esageriamo, la situazione peggiora e arrivano anche le ustioni – per niente simpatiche – dato che si lesionano i piccoli vasi sanguigni superficiali. Quel che serve è una temperatura giusta, diciamo poco meno di 50°C, che basta e avanza per dare sollievo senza mettere in gioco la pelle. Chi usa la borsa per ore o per terapie sul serio deve starci ancora più attento: il contatto prolungato alza sempre il rischio.
Non si tratta solo dell’acqua, però. Anche la borsa stessa va tenuta d’occhio. Esternamente sembra tutto ok: nessun foro, nessuna perdita. Ma gomma e plastica si consumano col tempo, e questo non si vede sempre subito. Dai 2 ai 5 anni dura più o meno una borsa dell’acqua calda – oltre, meglio pensare a un ricambio – per evitare spiacevoli rotture o perdite. Meglio orientarsi su prodotti certificati, quelli con il marchio GS ad esempio, che garantiscono una qualità controllata e superiore. Diciamo che molti, quando arriva l’inverno e tirano fuori la borsa, si accorgono che qualcosa non va più: il calore non è più quello di una volta, la borsa perde un po’ di sicurezza. Roba da non sottovalutare, soprattutto perché spesso si pensa al risparmio ma ci si dimentica di queste cosette.

Efficienza nell’uso: tutte le attenzioni per evitare gli sprechi
Ora, facciamo un passo indietro: quantità e risorse. Quante volte sentiamo che si riempie la borsa più del necessario? E l’acqua scaldante finisce per essere più del dovuto. Risultato? Un doppio spreco, sia di energia sia di acqua. Consumare male l’acqua e l’energia pesa sul bilancio domestico e, cosa più importante, sull’ambiente – un problema che nelle città, tipo Milano o Torino, si fa sempre sentire di più, sia per le bollette sia per l’acqua che scarseggia. Il trucco quindi è semplice: mettere dentro solo quel che serve, usando acqua di rubinetto e scaldandola con il metodo più comodo e conveniente.
Il modo per riscaldare cambia tanto, e la scelta conta. Scaldare l’acqua sul fornello a gas, per esempio, non è che sia il massimo dell’efficienza: solo circa il 70% dell’energia prodotta finisce nell’acqua, il resto va perso nella pentola e intorno. Mentre il bollitore elettrico si prende la scena perché può arrivare all’80% di energia trasferita – e fa anche prima. Capito? È una differenza che pesa, e l’uso di qualche trucchetto semplice in casa può davvero aiutare a risparmiare energia e a non sprecarla.
Tra le buone abitudini, poi, ce n’è una spesso dimenticata: una volta usata, la borsa non va lasciata piena d’acqua. Lasciare stagnare l’acqua dentro per troppo tempo velocizza il deterioramento dei materiali e può portare a odori sgradevoli, anche muffe o batteri che non fanno bene né alla borsa né a chi la usa. Quindi, svuotarla subito dopo l’uso allunga la vita della borsa ed evita guai. E a proposito di acqua, prima di buttarla, perché non recuperarla? Può andare benissimo come liquido per lo scarico del WC, per esempio: un piccolo gesto, ma che aiuta a gestire meglio le risorse domestiche. Nulla di complicato, ecco perché vale la pena provarci.
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